lunedì 11 febbraio 2013

Le banche hanno paura del voto. La restituzione dei prestiti della Bce solo dopo l'esito delle elezioni.


Le imminenti elezioni spaventano anche le banche. Ecco ciò che sostiene l'Huffington Post.


Che quelle del 2013 non sarebbero state elezioni “normali”, se elezioni normali ce ne sono mai state in Italia, era chiaro. Ma che servisse persino una polizza di assicurazione per proteggersi dal “rischio voto”, è una novità assoluta. Le banche italiane l’hanno sottoscritta. Nelle loro casse hanno 250 miliardi di euro che la Bce di Mario Draghi gli ha prestato e che hanno tre anni di tempo per restituire. In Europa molti gruppi che hanno ricevuto l’aiuto hanno iniziato a rimborsare la Bce. In Italia le banche hanno restituito, per ora, solo un miliardo.
La ragione l’ha spiegata il direttore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni. Le banche italiane, ha detto a margine del Forex, l’assise del mondo bancario, probabilmente attendono “le elezioni politiche” e “la fine di una certa volatilità”. Segnale che hanno paura. Paura che dal voto possa non emergere un governo stabile. E soprattutto in grado di onorare gli impegni presi con l’Europa. Troppo presto, insomma, per lasciare il salvagente lanciato da Draghi e provare a nuotare da sole.
Del resto è stato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, a ricordare quanto essenziale quel salvagente sia stato. Le banche italiane, ha ricordato Visco al Forex, hanno un rapporto tra impieghi e raccolta del 120%. Per finanziare i prestiti alle imprese, dunque, hanno bisogno di risorse maggiori rispetto ai depositi dei loro clienti. Soldi che di solito prendono a prestito da altre banche, soprattutto internazionali. Solo nel 2012 questa voce di raccolta è diminuita di 76 miliardi, mentre i depositi delle famiglie sono cresciuti di 58 miliardi. Senza i rifinanziamenti della Bce i prestiti delle banche a imprese e famiglie, che l’anno scorso si sono ridotti di 38 miliardi, sarebbero crollati rovinosamente.

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