mercoledì 20 novembre 2013

A chi lo rifiliamo il montepacchi?


La sfida Mps continua. Qualche riga tratta da Dagospia per cercare di capirci qualcosa in più.

L'aumento di capitale di Banca Mps difficilmente si concretizzerà prima di giugno del prossimo anno. È questa la data più probabile, tenuto conto delle esigenze della Fondazione Mps, azionista di maggioranza relativa (33,5%) con potere di blocco sulle decisioni straordinarie. Sfruttare la "finestra" di gennaio, infatti, rischierebbe di aprire un conflitto tra il gruppo di Rocca Salimbeni e l'ente di Palazzo Sansedoni. Prospettiva che non piace a nessuno.
«Rispetteremo gli obiettivi del piano». Alessandro Profumo rassicura i mercati e conferma la volontà di realizzare l'aumento di capitale di Banca Mps entro il 2014. Il presidente del gruppo senese, intervenuto ieri a Roma al "Financial Times future of Italy summit", ha risposto alle domande dei giornalisti puntualizzando come la banca senese abbia imboccato la strada del risanamento.
Sulla prospettiva di un ingresso di nuovi soci e sulle voci di una possibile aggregazione, circolate nelle ultime settimane, Profumo è stato chiaro: «Nessun contatto da parte mia o del management del Monte - ha detto -. Per quanto riguarda il fronte degli azionisti, non saprei. Ma per noi il compito principale è che Mps sia ben gestita: se poi questo fa sì che la banca diventi sempre più appetibile e sia acquistata, va bene. Non abbiamo nulla da difendere e siamo aperti a ogni soluzione, anche se non penso che comunque passerà di mano il 100% del pacchetto azionario. Vogliamo portare a termine l'aumento di capitale - ha aggiunto - e lavoriamo perchè la banca possa camminare con le proprie gambe e restare indipendente».
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